lunedì 22 novembre 2010

La risposta delle associazioni alla tragedia sociale del Lazio


Esistono periodi storici in cui il degrado culturale, etico e morale raggiunge livelli così bassi da mettere in discussione perfino le grandi conquiste del passato relative al progresso della civiltà soprattutto dal punto di vista dei diritti sociali. Una classe politica, per la maggior parte ignorante, senza cultura, senza intelletto, spesso senza neanche il vanto di aver letto un libro in tutta la propria vita, volge naturalmente il proprio sguardo alle cose becere per le quali trova un interesse straordinario. Diceva Platone: “Finché i filosofi non saranno re o i re ed i principi di questo mondo non avranno lo spirito e i poteri della filosofia...le città non avranno mai fondamenta solide; no, e neppure la razza umana”. Viviamo, oggi più che mai, in una tale situazione. Lo smantellamento dello stato sociale e l'aggressione sistematica ai diritti delle persone senza forti rappresentanze sono il segnale inequivocabile che siamo governati sia a livello centrale che periferico da persone ignoranti e, a dir poco, senza virtù. Rimaniamo nella Regione Lazio. In poco più di cinque mesi la giunta Polverini ha sferrato un attacco senza precedenti al sistema sanitario regionale e a tutto l'impianto sociale che è stato faticosamente costruito fino ad oggi. Tagli dissennati e mancanza di programmi seri e credibili, sostenuti ahimé anche da accoliti più o meno sinceri, ma sicuramente interessati, stanno mettendo in discussione il diritto alla salute, all'assistenza sociale, alla prevenzione, all'autonomia della persona, alla qualità della vita e perfino ad una prospettiva di vita ai limiti della sopravvivenza per molte persone disabili ed anziani. Che cosa fanno le associazioni di fronte a questo disastro? Fino ad oggi ha prevalso la linea della collaborazione, della concertazione, dei tavoli di lavoro, delle proposte, della tolleranza di fronte anche all'elusione di precisi obblighi di legge. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Da qui nasce l'esigenza di interrogarsi e di interrogare. Sabato 2 ottobre 2010 le associazioni facenti parte della Lega Arcobaleno si riuniscono e viene accolta la proposta di Vialibera: organizzare un seminario o più seminari in cui ripensare alla politica associativa in termini nuovi e più incisivi. Il primo seminario si svolge così presso la sede della Provincia di Roma il 10 novembre 2010. Emerge unanime il consenso ad una totale inversione di rotta. Ma non si sono ancora definiti meglio i profili di una nuova politica e soprattutto gli strumenti per reagire alla tragedia che stiamo vivendo. Da parte nostra queste sono state le proposte:
1)lavorare per un nuovo concetto di disabilità non più come elemento circoscritto e quasi avulso dalla società ma come caratteristica insita nello stesso tessuto sociale;
2)sulla base di questa nuova concezione, coinvolgere strati sempre più ampi della popolazione a cui si richiede una riflessione più realistica sulla disabilità in funzione della quale la collettività ha il dovere di programmare strutture e servizi in rapporto alle esigenze della persona, indipendentemente dalle loro limitazioni fisiche o sensoriali;
3)interrompere qualunque forma di collaborazione con le istituzioni non disponibili concretamente tangibilmente al confronto e all'applicazione rigida e puntuale delle norme costituzionali ed ordinarie in materia di diritti sociali;
4)attrezzarsi per uno scontro duro e frontale in cui le istituzioni devono essere considerate e percepite al servizio del cittadino e non viceversa;
5)attuare tutte le azioni di disobbedienza civile.

lunedì 15 novembre 2010

Il disastro sociale nel Lazio


E' tempo di bilanci e molto probabilmente la già grave situazione sanitaria e assistenziale peggiorerà. Ci diranno che “non ci sono i soldi”. Bugiardi! I soldi ci sono, eccome! Eccoli: ogni giorno sborsiamo 1,5 milioni di euro per la guerra in Afghanistan; 40 milioni già versati per la “ricostruzione” di quel paese; 560 euro all'anno pro-capite per il mantenimento dei nostri armamenti; l'acquisto degli F-35 (120 milioni di dollari l'uno!) che altri paesi non vogliono più perché troppo costosi (ma noi li acquistiamo!), e inoltre: gli stipendi milionari degli amministratori delegati delle aziende miste, le macchine blu blindate ai prefetti e alle loro mogli, le loro feste, le auto con autista ai dirigenti, ai presidenti di commissione, ai consiglieri delegati, ai generali, ai colonnelli, pensioni opulente a deputati, senatori, consiglieri regionali, compensi ai consulenti ecc. ecc. Una quantità di soldi impressionante! Sono tutti “intoccabili” e allora si taglia altrove, si toglie la pensione alle persone down, si riducono servizi assistenziali e di riabilitazione, si fa pagare il maxi ticket anche ai nullatenenti, si tenta di togliere l'assegno di accompagnamento ai disabili che invece ha una ragione costituzionale di esistere, si vessa la parte più debole della società solo perché non è organizzata e non ha la forza contrattuale che invece hanno altre categorie di cittadini. Per rimanere nel Lazio, ogni anno sborsiamo 8,6 milioni di euro ad un consorzio, il Cosisan, che fa capo alla Confindustria e che avrebbe il compito di controllare la spesa! Ma a questo non si mette mano! Per risparmi irrisori, si chiudono di fatto 24 ospedali, si smantellano molti pronto soccorso sostituiti da “punti di primo intervento” con scarse capacità assistenziali, si tagliano oltre 2800 posti letto, si congestionano ulteriormente e si metteranno in difficoltà i grandi ospedali e si attaccano centri di cura e di prevenzione per la disabilità come il CTO di Roma e il CPO di Ostia! Nel 2009 nel capitolo di bilancio delle Politiche Sociali della Regione vi erano stanziati 120 milioni di euro, nel 2010 ve ne sono 80, nel 2011 ve ne saranno 45 e nel 2012 – tra 14 mesi – ve ne saranno appena 11. Un vero disastro ed un attacco frontale e senza precedenti ai gravissimi problemi sociali della nostra regione: non sarà possibile finanziare le essenziali attività sociali delle Province, dei Comuni né si potranno elaborare e finanziare i Piani di Zona, l'assistenza alle persone in gravissime condizioni, i servizi di riabilitazione e quelli per l'autonomia. Qualunque necessità, anche primaria, non avrà alcuna speranza di essere soddisfatta e tanto meno si potranno proporre nuove idee e progetti: chi tenterà di farlo farà una semplice operazione demagogica, di basso profilo politico e socialmente scorretta! La signora Polverini in soli 5 mesi ha fatto un “piano sanitario” regionale! Questo la dice lunga! Nel 1993, mi ci vollero 8 mesi di lungo e difficile lavoro per improntare il Piano di Smaltimento dei Rifiuti della Provincia di Roma (dopo disatteso e stravolto da chi mi seguì all'Assessorato all'Ambiente). Eppure si trattava di rifiuti! E di una sola provincia! La situazione è drammatica ed investe persone indifese, anziani, disabili, famiglie, disoccupati e potenzialmente tutti noi, vittime rassegnate e talvolta complici di una politica stolta, attuata spesso da persone incapaci, senza scrupoli, con una visione culturale miope e villana. Di fronte a questa tragedia le associazioni sono chiamate a riunire le loro forze con nuovi strumenti di difesa. Tutti noi dobbiamo essere ormai coscienti che solo uno scontro frontale, senza compromessi, può salvare le conquiste che in tantissimi anni di lotta sono state raggiunte, volte unicamente al rispetto del diritto, della legalità e della dignità umana.
Giampiero Castriciano

lunedì 8 novembre 2010

Seminario per una nuova strategia delle associazioni

Mercoledì 10 novembre 2010 dalle ore 15,00 alle 19,00 si terrà un seminario presso la sede della Provincia di Roma, Via IV Novembre 119/A, Sala della Pace, pianterreno di Palazzo Valentini. Il seminario, proposto dall'Associazione Vialibera Onlus alla FISH Lazio e alla Lega Arcobaleno, e accolto all'unanimità nel corso di una recente riunione, intende fare il punto sulla grave situazione del mondo della disabilità sempre più dimenticato, attaccato e vessato non solo dal Governo centrale ma anche dalle istituzioni inferiori come regioni, provincie e comuni e perfino da una parte della società civile dedita più alla salvaguardia di interessi particolari e circoscritti che non al bene collettivo. L'obiettivo del seminario è quello di individuare nuove strategie, nuovi strumenti di lotta e una nuova partecipazione anche attraverso un ripensamento dell'impostazione culturale e politica che fino ad oggi ha contraddistinto le varie associazioni del settore.Sappiamo tutti che stiamo passando un periodo tremendo, che probabilmente peggiorerà con la vicina stagione dei bilanci di previsione 2011. La riunione sarà anche un primo passo verso quegli "stati generali" delle associazioni che si effettueranno a febbraio su spinta della stessa Provincia.Il risultato del seminario è legato al numero di associazioni, di soci e di singoli cittadini che vi vorranno partecipare. Per questo è importante la vostra presenza e il vostro contributo in termini di idee e proposte.