giovedì 8 marzo 2012

Pomezia. Servizio di assistenza domiciliare: illegittima la decisione del Comune di far pagare una quota agli assistiti in rapporto al reddito familia


Con tanto di lettera formale il Comune di Pomezia invita gli utenti del servizio di assistenza domiciliare e le loro famiglie a dichiarare l'ammontare del reddito familiare ai fini di stabilire una quota contributiva a carico dell'assistito. La medesima lettera minaccia che, qualora tali redditi non vengano tempestivamente comunicati, il Comune provvederà a far pagare per intero allo stesso assistito il servizio erogato.
Insomma, centinaia di famiglie e di assistiti, talora anche gravissimi e con notevoli disagi economici, potrebbero rischiare l'abbandono totale o l'accollo di cifre non sostenibili. Norma illegittima quella del Comune, sancita tra l'altro dal Regolamento comunale per l'assistenza e da una delibera consiliare (la n. 19 del 17.01.2012). Tale illegittimità è stata sottolineata con una nota ufficiale inviata dall'Associazione Vialibera Onlus al sindaco, al presidente del Consiglio comunale, all'assessore alle Politiche sociali e al dirigente del relativo Settore che, prima di firmare i provvedimenti amministrativi, avrebbe il dovere di verificarne la rispondenza alle norme in materia. La nota di Vialibera fa riferimento alla Costituzione che salvaguarda il principio della capacità contributiva personale – in questo caso, dell'assistito – nonché all'interpretazione rigorosa del Consiglio di Stato che si è più volte espresso in questa materia con diverse sentenze, interpretazione, questa, accolta di recente dal Tar Veneto che, con la sentenza n. 132 del 3 febbraio 2012, ribadisce definitivamente che nel calcolare la compartecipazione alla spesa per l'accesso alle prestazioni sociali, erogate a domicilio o in ambiente residenziale, rivolte a persone con gravi disabilità o ultrasessantacinquenni, ci si debba riferire al solo reddito personale dell'assistito e non di quello familiare.
Vialibera, con la citata nota, invita il Comune di Pomezia a modificare con urgenza la propria regolamentazione e, nel frattempo, a sospendere ogni e qualsivoglia richiesta di quote contributive agli assistiti destinatari del servizio sociale di assistenza domiciliare.
“Invitiamo tutti gli assistiti - ha aggiunto Giampiero Castriciano, presidente di Vialibera – a non pagare alcuna quota finché il Comune non si decide a ripristinare la legalità dei suoi atti”.

Pomezia, 06 marzo 2012

Ed ecco la nota inviata al Comune:

Oggetto:
Servizio di assistenza domiciliare. Quota di contribuzione per l'anno 2012. Illegittimità della delibera del Consiglio Comunale n. 19 del 17.01.2012.

In riferimento alla delibera di cui all'oggetto con la quale si è modificata la tabella contenuta nel vigente art. 17 del Regolamento del Servizio Sociale del Comune di Pomezia, si evidenzia che sia la delibera citata che il Regolamento sono illegittimi nella parte in cui si stabilisce che in ambito di compartecipazione alla spesa dell'assistenza domiciliare ci si debba riferire al reddito annuo complessivo dell'intero nucleo familiare e non di quello del solo assistito.

In ordine a quanto citato, è infatti appena il caso di osservare che la sentenza del Tribunale Amministrativo del Veneto n. 132 del 3 febbraio 2012 ribadisce che nel calcolare la compartecipazione alla spesa per l'accesso alle prestazioni sociali, erogate a domicilio o in ambiente residenziale, rivolte a persone con gravi disabilità o ultrasessantacinquenni, ci si debba riferire al solo reddito personale dell'assistito e non di quello familiare.

La citata sentenza del Tar Veneto aderisce all'interpretazione più rigorosa proposta dal Consiglio di Stato (Sezione V, Sentenze n. 5185 del 16 settembre 2011, n. 1607 del 16 marzo 2011 e n. 551 del 26 gennaio 2011) e fa riferimento alla violazione dell’art. 3, comma 2 ter, del Dlgs. 31 marzo 1998, n. 109, e dell’art. 53 della Costituzione.

Per quanto sopra esposto, si invitano le SS.LL. ad apportare con urgenza le opportune modifiche a tutta la regolamentazione comunale in materia al fine dell'adeguamento delle norme locali al rispetto delle leggi nazionali e delle relative sentenze. Nelle more, si invitano le SS.LL. a voler sospendere ogni e qualsivoglia richiesta di quote contributive agli assistiti destinatari del servizio sociale di assistenza domiciliare.

Pomezia, 05 marzo 2012
Il presidente
Giampiero Castriciano

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